Chi conosce Palermo lo sa: oltre ai carichi da novanta del suo patrimonio artistico e naturalistico, possiede meraviglie meno note ma ugualmente emozionanti. Emblemi della sua bellezza, della sua antropologia, come anche della sua storia di straordinarie mescolanze. Tra questi ce n’è uno forse meno sospettabile, un tesoro naturale che ad ogni Palermitano parla di casa e dolcezza. Presente nella vita di chi resta, come nella memoria di chi deve andare via. Stiamo parlando della Pomelia, regina naturale di Palermo, icona immancabile di un’estate mediterranea. Cuore della sua dolce sensualità.
Il nome della Pomelia
Ai puristi della lingua italiana, il temine Pomelia non dice nulla. Anzi, proprio pomelia – nell’esperienza di chi scrive – è stato uno dei numerosi punti di conflitto linguistico con i fratelli del Nord Italia. Additato come errore al pari di uscire il cane o la carne (dal frigorifero; la carne, non il cane), Pomelia non ha infatti riscontro nella lingua nazionale. Se volete parlarne facendovi capire oltre la Sicilia dite: plumeria. È questo, infatti, il nome ufficialmente riconosciuto. O anche frangipani, nome connesso ad un conte italiano – tale Maurizio Frangipani – che alla corte di Caterina De’ Medici ideò una profumazione complessa, che ricorda quella delle pomelie. Conte che, però, con la pomelia non ha niente a che fare! Torniamo, allora, al nome con cui i Palermitani chiamano questo fiore. Aver coniato un nome specifico, come una sorta di amato vezzeggiativo, non è forse la testimonianza più chiara di un legame speciale?

E, a proposito di suono, pur non volendo essere di parte, notate la differenza musicale delle due parole? La dolce rotondità di pomelia si oppone al ruvido inciampo di plumeria, richiamando l’immagine di pomeriggi estivi avvolti nella luce del sole e immersi in profumi di vita. Plumeria, invece, almeno a noi, altro non richiama, se non le pagine di un manuale scientifico di botanica, con grigi disegni sterili. L’amore ha i suoi nomi; la scienza i propri.
La bellezza della Pomelia
Petali carnosi, vellutati allo sguardo. Colori incantevoli, dal rosso al bianco al crema al giallo al rosa; mai uniformi, sempre generosi di sfumature. Un cuore spesso d’oro, fra foglie abbondanti, lunghe, intense di verde, destinate a scomparire nel cuore dell’inverno. A Palermo non si deve essere esperti botanici per coltivare esemplari perfetti di pomelia, poiché è la bellezza intrinseca di questo fiore ad essere perfetta. Una bellezza che esplode sulla soglia dell’estate e che ad essa è intimamente connessa. La specie di pomelia diffusa a Palermo è la Rubra, nella variante a fiori bianchi con cinque petali tondi disposti a cerchio, dal cuore giallo. Non è difficile trovare, però, anche la plumeria rubra a fiori rosati (chi scrive ne possiede un esemplare!) Se volete lasciarvi incantare dalla varietà del suo splendore, prima fate un giro della città ma poi non mancate l’appuntamento all’Orto botanico.
