Dentro un quiz

Scrosci d’applausi stordirono i miei timpani, quando un grosso faro puntò su me al ritmo di uno stacchetto.

«Diamo il benvenuto alla nostra prossima concorrente!»

Cosa?? Ero piombata dentro un quiz?!

La mia desolazione scandagliò il mondo in cui ero finita: un anfiteatro, gremito da pupazzi ondeggianti e plaudenti, tra risa balorde. Uno di loro saltellò fino a me e mi scrutò con un ghigno.

«Cos’abbiamo qui? Un’umana?! Allora, presto, umana: rispondi all’indovinello se vuoi avanzare di livello!»

«Indovinello? Ma cos…»

«Tra le ombre della stanza giaccio qui, con gli occhi fissi che non vedon mai. Di pezza sono, e un segreto tengo in me: nei sogni dei bambini, vita prenderò. Chi sono?»

«TIC TAC! TIC TAC!» urlarono sguaiati gli altri pupazzi a molla.

«Presto o il tuo tempo scadrà, umana!» mi esortò beffardo il conduttore del quiz.

«GOOOOONGGGG!!!» gracchiarono i pupazzi, saltando forsennati.

«Che peccato, umana! La tua prima vita è andata. Hai l’ultima, stai più attenta!»

Un’ombra attrasse il mio sguardo sgomento: un gigantesco martello calava su me a ogni oh di quei pupazzi. L’angoscia m’infiammò il petto e quasi persi la replica dell’indovinello, ma le mie sinapsi lo agguantarono.

«Bambola di pezza! È una bambola di pezza!» gridai in un fiotto d’adrenalina.

L’oooh dei pupazzi si fece mesto e il terrore mi agghiacciò: avevo sbagliato! Che mi sarebbe successo?

«Mannaggia… uff… non posso far finta di niente… la risposta è giusta…»

Sobbalzai e il martello svanì. Malefici pupazzi! Erano desolati perché quel coso m’avrebbe risparmiata?!

Mi sentii afferrare dalle spalle e lanciare verso l’alto. Infidi pupazzi, non accettavano la mia vittoria, quindi?

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