Uno dei ricordi più vividi e vivaci delle mie scuole medie riguarda la volta che ci portarono a vedere uno spettacolo dell’Opera dei Pupi! Ricordo ancora l’odore intenso del legno, i bagliori sull’argento delle corazza, lo stupore dei tanti colori, i movimenti fluidi e le voci stentoree. Un’immersione totale, per ogni senso percettivo, in un mondo più fatato di favole, fiabe e cartoni animati! Quella magia si depositò nel mio animo, come molecole fondamentali di fanciullezza. Ecco perché, da adulta, ogni volta che vedo un Pupo o che guardo un frammento d’Opera, mi sento felice come una bimba!
Ma… sapete di cosa sto parlando? Conoscete i Pupi siciliani? Non certo semplici marionette o burattini: capolavori di artigianato, ingegno e creatività siciliai! E l’Opera di cui sono protagonisti è certo una forma d’arte. Qualcosa che sarebbe un vero peccato, in quest’era tecnologica e virtuale, relegare nella lista delle cose superate. Anche perché, dal 2008, è stata iscritta – primo patrimonio italiano ad esserlo – nella lista UNESCO dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’UNESCO. Insomma, non stiamo parlando di bamboline da pettinare…
Va da sé che mi era d’obbligo dedicare a questo capolavoro tutto siciliano un omaggio: il mio articolo della settimana su .itPalermo.
<<Signore e Signori, bambine e bambini, lasciatevi prendere per mano e trasportare in un mondo dove umanità e magia si fondono in storie coinvolgenti. Lasciate che colori, suoni, forme ed emozioni vi avvolgano nel mondo straordinario dell’Opera dei Pupi!
L’immortalità dell’Opera dei Pupi
Duecento anni e non dimostrarli, figuriamoci sentirli. L’Opera dei Pupi siciliana porta su di sé la ricchezza dei suoi due secoli di storia, ma non certo la polvere e la vecchiaia! Se nel 2001 l’UNESCO l’ha nominata patrimonio orale e immateriale dell’umanità, un senso c’è: elemento cardine inscalfibile dell’identità culturale siciliana, ha attraversato il tempo mantenendo mordente. Le sue origini, la sua complessità, i suoi personaggi e i suoi suoni rappresentano un esempio vivido e vitale dell’inventiva e della originalità siciliane.
Le origini
Come per ogni cosa preziosa, la tentazione è sempre quella di cercarle avi antichi e prestigiosi. Se il termine Pupo è riconducibile al latino pupus (bambino), alcuni studiosi hanno anche ventilato una correlazione con la tradizione ellenica dei pupi a filo. Uscendo dalla nebulosa delle ipotesi più ardite, resta una certezza: i Pupi e la loro Opera nascono ufficialmente e si sviluppano nel più ampio seno del Teatro delle Marionette. Siamo sul finire del XVII secolo quando un divertimento particolare valica finalmente i confini del privilegio dei Nobili. Le Marionette lasciano i Palazzi e invadono i teatri d’Europa, Italia compresa, per rendere popolare uno svago che da quel momento cattura l’immaginazione! A differenza di ciò che penseremmo, i primi Teatrini italiani appaiono non solo a Palermo e a Catania, ma anche a Napoli, Genova, Modena, Roma. In scena vanno storie che raccontano la commedia dell’Arte e i suoi personaggi.>>